Ultima giornata di serie A, una partita che molti non ricorderanno ma che per me invece rimarrà per sempre dentro. Fù la mia prima presenza al Curi.
Dietro la Nord non ci sono più i serpentoni di camioncini che vendevano di tutto, non ci sono più le biglietterie che venivano prese d'assalto dalla gente i fila su quei serpentoni rossi, non si sente più quell' odore di fumogeni che ti faceva perdere i primi 5 minuti di partita, le insegne pubblicitarie messe a centrocampo e davanti l'area di rigore portate via a mano quando la partita stava per iniziare, adesso ci sono i tornelli, prima no, c'erano quelle cancellate ( rosse anche quelle ) aperte a mezza via per favorire l' afflusso della gente.
E' cambiato tristemente tutto, tranne una cosa.
Il primo ingresso in Nord, il passaggio sotto la Curva, alzare la testa, vedere quanta gente c'è oggi e salire, pochi gradini, circa tre, quattro, proprio all' altezza di dove scritto con la spray c'è una frase che dovrebbe spiegare semplicemente tutto : " Il calcio è del popolo "
Sembra di stare in riserva, una sparuta riserva di indiani.
Non è la posizione migliore per vedere la partita, non si capisce nè il fuorigioco e a volte nemmeno se la palla è uscita dal campo o meno.
Capita di avere la bandiera davanti, nei tempi migliori della serie A erano le bandiere davanti, capita di non vedere un gol perché la visuale è coperta dal Grifo stellato.
Ma il calcio è del popolo, e la curva non è solo un luogo dove vedere la partita ma è casa tua.
Una casa che ha visto coppie vestite da sposi, una casa che ha pianto nei funerali, una casa che ad ogni partita ricorda chi è costretto a non venire e chi purtroppo non verrà più.
Nonostante tutto, nonostante le assurde norme restrittive, nonostante il poco ricambio generazionale, nonostante i tempi che cambiano.
Passi il sottopassaggio, entri in Nord , una lettura a Profondo Rosso e via, come sempre.
Con la consapevolezza e razionalità di essere indiani.
Ma con l' altrettanta consolazione nel constatare che vedendo quei striscioni, quelle bandiere, quei freghi che nonostante tutto ci sono e ci saranno e bhe, allora, ci siamo e ci saremo per sempre.
5 avo' i commenti:
grande daniele.... m'hai fatto ricordà sensazioni quasi (purtroppo) sopite e l'accostamento casa/stadio è proprio azzeccato
quan me ce metto cocco ... ahahaha
DANIELE MA QUEL GIORNO DI PERUGIA TORINO PERCHE' NSè ARMASTO A CASA??
Li' da sempre la casa dei malati di grifo,che al contrario de quando s'esce dall'ospidale....speram guarito,arportano anche a casa la malattia e cercan dataccalla... anche.
Unico striscione 'MALATI DI GRIFO'
Forza e coraggio malati di grifo
Grifo71 (dal 71 che cio' la chiave)
...nonostante tutto e tutti le sensazioni son proprio queste! PER SEMPRE MALATI DI GRIFITE ACUTA IRREVERSIBILE!!!
GRANDE FAN!!!
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