Arintignamo, si sa, non è solo calcio.
E' proprio in questa ottica che il blog viene in servizio di voi utenti, disgraziati padri di famiglia che non vi ponete il minimo senso di colpa quando la domenica lasciate moglie e figli a casa per una banale partita di pallone.
E vada per le mogli, che tra centri commerciali e Ikee varie non sentiranno di certo la vostra mancanza, ma per i bimbi no, non è così.
Tra due giorni finisce il girone di andata, poi una lunga pausa natalizia in cui non dovrete pensare al rientro di Cacioli, non dovrete discutere sulle reali potenzialità del Fred.
Basta Tramontana, basta Massetti, basta Baccarelli, è Natale, pensate a stare con la vostra famiglia, con i vostri bimbi che magari con quell' aria innocente vi chiederanno " Papi, oggi non vai a vedere il Perugia'"
No, oggi il papi starà con te e ti racconterà una bellissima fiaba.
IL PICCOLO RANDELLATORE MAGICO
Una volta, tanto tempo fa, in una città della verde Umbria, c’era una squadra molto famosa in cui nessuno voleva fare un lavoro molto duro.
Si preferiva, a quei tempi, stare sotto le luci della ribalta, segnare gol impossibili, fare colpi fantastici e giocate eccezionali.
Nessuno voleva raccogliere palloni e randellare in mezzo al campo. Fu per questo che dalla lontana Valle dell’Arno fu chiamato un piccolo randellatore. Egli era molto magro e apparentemente debole, ma aveva un grande cuore.
Lavorava instancabilmente e con il suo sudore permetteva agli altri di mostrarsi e farsi belli agli occhi del Principe Vincenzo. Il popolo era entusiasta, applaudiva i grandi giocatori, si emozionava nel vederli in azione. C’era gloria per tutti, ma non per il piccolo randellatore.
Le giornate scorrevano all’insegna della fatica; più raccoglieva palloni e randellava e più non veniva visto. Anzi, il Principe Vincenzo non aveva che occhi per lui, il nuovo arrivo…il Gigante di Pianura. Il Piccolo randellatore non solo non riceveva applausi ma con l’andar del tempo fu lasciato sempre più solo; mentre gli eroi del Principe Vincenzo salivano la classifica, lui veniva abbandonato a fare giri di campo da solo. Il suo gioco non piaceva a nessuno, tutti lo ritenevano brutto e inadatto a giocare con gli altri, fino a quando abbandonò la corte del principe Vincenzo per tornare alle terre da cui era venuto.
Molti mesi passarono senza avere più notizie del piccolo randellatore con il grande cuore. Nel frattempo nel Regno del Grifo il Principe Vincenzo aveva abbandonato i suoi sudditi e lasciato il Regno al bandito Leonardo, che lo portò presto alla rovina.
Ma proprio nel momento più buio della Storia del Grifo ecco che tra le macerie fumanti di quella che fu una volta la sua squadra ecco riapparire la sagoma del nostro Eroe…ma stavolta c’era qualcosa di diverso in lui…non era piu il randellatore generoso ma poco tecnico che tutti ricordavano…no..era diventato forte robusto..bello a vedersi, un vero gigante del centrocampo; da quel momento non ci sarebbe più stata azione che non sarebbe passata dai suoi piedi illuminati.
Ora la gente lo amava davvero e non sarebbe mai più uscito dai loro cuori…
2 avo' i commenti:
che belle le fiabe, bravo nnila, hai usato tutta la fantasia, nà cosa però, chi sarebbe il bandito leonardo? non c'ho chiuso occhio per capì chi poteva esse
Nnila, se c'hai altre favole, fammelo sapé! ...che più avanti me serviranno... ;) GRANDE!
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