LA SPERANZA E' L' ULTIMA A MORIRE

La seria C2 sta al calcio come Torpignattara sta a Roma : all' estrema periferia.

Ma quello che è successo ieri a Campobasso oltre che a farsene una ragione fa anche riflettere.
Innanzitutto a livello personale, una riflessione che vale per tutti coloro che hanno passato la propria infanzia giocando a pallone : bastava un tanto, un tanto così, un po' di culo in più e tutti, ma dico tutti, sarebbero potuti arrivare ad essere " calciatori " professionistici.

In secondo luogo pone tantissime domande e preoccupazioni sul Perugia.
Il Grifo che vinse in Molise aveva sofferto in modo disumano, il solito Clemente aveva dovuto raddoppiare i miracoli, il tempo che non passava mai e a fine partita i festeggiamenti manco avessimo vinto contro il Barcellona.

E che succede?
Succede che a due settimane di distanza arriva in quel di Campobasso una squadra con un nome da UISP, quei nomi combinati che richiamano la squadra del cuore abbinata magari a uno sponsor, che quella squadra, allenata da un ex ternano ( non c'è stato solo Giordano a darci grandissime soddisfazioni ) fa una passeggiata al Romanelli e si porta a casa i tre punti.

E dulcis in fundo, in quella squadra segna anche uno che non giocava una partita da 4 mesi, più fermo de un " CIAO " del 1977.
Se qualcuno può avverta Bueno : se ce l' ha fatta lui puoi farcela anche tu!
Forse ...