C'eravamo lasciati qualche mese fa, un caldo pomeriggio di Treviso, una, se non l' unica vera delusione della stagione.
A distanza di qualche mese oggi si riparte.
Che stagione sarà? La famosa e inutile " carta " ci dice che dovremmo essere la squadra da battere, gli esperti, quelli che poi se le cose non vanno bene sono pronti a dire che loro " l' avevano detto " ci mettono tutti in prima fila.
A distanza di mesi non si può dire nemmeno più che noi ci saremmo sempre e a prescindere, " merito " di questa tessera del tifoso che ha centrato il proprio obbiettivo , quello di rendere i stadi ancora più vuoti, quello di dare ancora più potere alle televisioni, quello di rendere un tifoso, che vive di passione, in uno squallido " cliente ".
Con tutti i risvolti del caso, compreso quello della divisione tra chi questa tessera l' ha fatta e chi no.
Due punti di vista entrambi legittimi e comprensibili, scelte dolorose a cui nessuno avrebbe mai pensato e voluto fare.
Anteporre una giusta lotta ideologica contro questo calcio sempre più truccato, fatto di scommesse, di diritti televisivi, di orari impossibili, di inutili schedature con tanto di carta di credito ad una grandissima fede che ha portato gente in tutti gli stadi d' Italia e per fortuna anche d' Europa.
Oppure tapparsi il naso e cercare di andare comunque avanti lo stesso, perché alla fine il Grifo è sempre il Grifo e non può, non deve bastare una legge ( anzi, decreto ) a smontare una passione lunga una vita.
Chi è alla ricerca del " calcio di una volta " probabilmente si dovrà definitivamente arrendere, le novità, se ci sono, vanno sempre verso l' altra direzione.
Compresa l' ultima, le partite del Perugia in diretta tv, una notizia che è stata presa in modo positivo.
Un servizio che viene offerto a tutti i tifosi, in modo gratuito, che permette a chi non può di vedersi la partita in diretta.
Tutto giusto e bello ma ancora una volta la televisione che rende il calcio sempre più commerciale, si vedranno belle partite, si spera vincenti e si vedranno curve desolatamente vuote, tra quelli che in trasferta hanno deciso di non andarci e quelli che preferiscono comunque vedersela comodamente in poltrona.
Quanto può durare una situazione del genere?
Quanto conta vincere una partita senza la propria gente? Senza la complicità e il senso di appartenenza che solo le curve sapevano dare?
Quest' anno si lotta per due traguardi, da un lato quello sportivo e dall' altro per la sopravvivenza della nostra passione.
Sperando che si vinca in entrambi i casi, forse con meno entusiasmo e fiducia.
Ma come si è visto nella passata stagione, nel calcio, come nella vita, quando ci si rende conto di aver toccato il fondo scatta la molla, un senso di rivalsa, di attaccamento che va al di là della razionalità e che può stupire e rendere felici.
Oggi ad Aversa saremo almeno in 20 mila, chi fisicamente allo stadio, chi a vedersela in tv e chi comunque si informerà su che fa il Perugia.
Il Perugia Calcio faccia il proprio dovere come l' anno scorso, noi, come al solito, in un modo o nell' altro ce la caveremo.
Auguri alla società per un' intesa sempre più forte e compatta, ai giocatori di ripercorrere i risultati e il senso di attaccamento dei loro predecessori e sopratutto a noi, a tutto l' ambiente, che sia l' ennesima dimostrazione che quando si vuole noi siamo sempre il Perugia, quel senso di appartenenza che va al di la di una squallida categoria o carta di credito.
FORZA GRIFO!
1 avo' i commenti:
Perugia Psv coppa uefa al Curi si e no 5 mila persone e la tessera non c'era.........il calcio di una volta???? dipende molto anche dai tifosi
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