Ora finalmente lo possiamo dire : W LA SERIE D!
Eh si, perché in un calcio sempre più drogato da scommesse, orari impossibili e tessere del tifoso la serie D è da considerarsi l’ ultima vera categoria di un calcio genuino.
Ci ha restituito il piacere di vivere domeniche di passione e di trasferte gioiose.
Si è tornati indietro nel tempo, nel vero senso della parola, di quando era tutto più semplice, meno tecnologico ma sicuramente più vero.
Noi del Perugia ci siamo chiaramente subito adeguati lasciando a casa tutto tranne che la voglia di tifare Grifo! Sabato, chiaramente, compreso.
Ritrovo alle ore 10 ( minuto più minuto meno ) davanti al piazzale della gradinata … nota a margine, c’ ha na media punti quel posto da fa impallidì il mitico Giordano : tralasciando lo spareggio di Firenze e le dentate degli anni passati ( ma non sarebbe bastato manco Lourdes ) quest’ anno ha totalizzato la bellezza di 1 punto a Città di Castello, 0 ( zero ) a Terni e 0 ( zero ) a Treviso.
Se è vero che il passato deve insegnare qualcosa la prossima volta che qualcuno propone il parcheggio della gradinata pià immediatamente ‘na zampata sui coglioni.
Arriviamo e ci accolgono frenetici e ansiosi i Giulietti , prontissimi a partire con il torpedone di Quelli del Santa Giuliana ( erano su un comodo pulmann gran lusso quando invece sarebbe stato più logico e inerente ‘n vecchio pulmann de l’ Atam ma va bene uguale ) : “ Freghi, ma ete visto? C’è ‘l parcheggio pieno! Saremo almeno 2 mila! “ .
Alla tragica notizia che tutte quelle macchine arano la per il mercatino del sabato quasi che scoppia il dramma.
Arintignamo decide di muoversi con mezzi propri, propri nel vero senso della parola in quanto tai più coglioni è toccato de pià la macchina e partì.
Davanti un Gordo in splendide condizioni e dietro il muletto A2, targato manualmente con il solito modi di fare tipico di quelli che vivono a ridosso di Arezzo ( Parco dei Tigli ) “ maial nero “
Calcio di una volta, atmosfera di una volta, senza inutili drappelli tecnologici che hanno reso l’ umanità forse più informata ma sicuramente più fredda e asociale.
Al referendum se fare o meno la Romea vincono i si con il 95%.
Non resta che partire – la strada è semplicissima – rassicura un esperto Gordo – si prosegue tutta l’ E45 fino Ravenna, si procede per Venezia e pochi km e siamo arrivati al mitico Tenni .
Come non dargli ragione? Il muletto si mette dietro cantando “ Mi fido di te “ e via, la finale scudetto ci aspetta!
Il viaggio scorre via in modo piacevole, spaziando dal calcio, più che altro di serie A magari zona retrocessione e riflessioni filosofiche sul rapporto tra uomo e donna.
Il Gordo ci porta a destinazione alle 15:45, lo sguardo è fiero, da quello che non deve chiedere mai.
Per me, nonostante lo conosca da una vita è sempre una piacevolissima scoperta, è come Sarri che ogni domenica me ne faceva vedere una nuova.
La partita purtroppo è andata com’è andata.
Il momento non è bello, la disperazione e i pianti, soprattutto i pianti sono tanti.
Affogati i dispiaceri con qualche bottiglia di birra e il classico panino vegetariano umbro ( mancava solo la coppa ) torna la lucidità.
Lucidità che equivale a razionalità.
La dura razionalità dei freddi numeri : viene fuori che uno dei partecipanti quest’ anno ha fatto 5 trasferte e tra le 5 c’erano quelle di Pian Castagnaio ( ma non la vittoria, quella rinviata a causa della pioggerellina ) Castel Rigone, Terni e Treviso.
Emerge il dubbio di come disfarsene, se darlo in pasto ai leghisti, se farlo tornare a piedi o semplicemente che ci fa pena.
A notte fonda vince la corrente della terza ipotesi e finalmente si torna a casa.
Non resta che partire – la strada è semplicissima – rassicura un esperto Gordo – si prosegue fino Venezia, direzione Ravenna, E45 e si torna nella nostra amata Perugia.
Guadagnati i gradi sul campo il comandante ormai può fare tutto quello che vuole.
Salutiamo Treviso con amarezza e ci incamminiamo verso casa, il cartello di dice “ Venezia “ , prsoseguire, e noi proseguiamo, il cartello ci dice “ Ravenna “ ma andiamo invece dritti, il cartello ci ridice di nuovo “ Ravenna “ ma andiamo ancora dritti.
Quando ormai il cartello “ Ravenna “ è solo uno sbiadito ricordo emerge qualche piccolissimo dubbio ma la fiducia è talmente tanta che si opta per la scelta di una scorciatoia.
Questo Gordo ne sa una più del diavolo, è più fantasioso di Frediani, ti va a inventare la strada anche nelle lontanissime terre veneto padane!
Come va a finire?
Finisce con l’ attraversamento di 4 ( quattro ) croci di Sant’ Andrea che non si vedevano da almeno 25 anni, finisce con un mega cantiere dove stavano costruendo le navi da crociera, finisce che ‘n manca niente che gimo a sentì quant’ è fredda l’ acqua.
E un cartello.
“ Divieto di foto, Accesso consentito ai soli autorizzati, Benvenuti al Porto di Marghera “
2 avo' i commenti:
TE STA BENE DIO .....
TOCCA PARTI DAL PARCO....L'VOI CAPI O NO....? SALAME
porto di Marghera???
Nun è questione delle 4 croci di sant'Andrea o de San Marco, vista la zona, che avete fatto. Avete corso il rischio di infognarvi nella massa dell' Heineken Jamming Festival che era lì a 1 Km (sabato c'era Vasco, e altri 30 o 40 mila sul prato). Se sbagliavate di poco, e vi è andata pare de lusso, prima de torna sotto la gradinata non-porta-fortuna del Curi, facevate a tempo a pia' la residenza a Mestre, altro che arriva alle 2.00 a perugia
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