LEGGETE E 'N VE LA PIATE

Arintignamo è 'n blog del Grifo.
Perchè arintignamo?
Arintignamo viene alla luce , oggi 23 giugno 2010 , nel momento più buio della storia del Perugia, buio, ma talmente buio che ce vorria 'l gruppo elettrogeno che eva usato Tomassini pel ristorante.
Arintignamo se considera un Ducato virtuale, se entra con lo scopo de parlà del Grifo ma strada facendo, tra 'n incontro col parente de De Giorgio, tra nà cazzata e 'n rifornimento volante per chi è armasto a piedi non se sà dua se va a finì.

Alacciate le cinture e buon viaggio a tutti.

mercoledì 26 agosto 2015

TIFARE CREMONA


Le più belle sono quelle lontane, quando è freddo, quando a volte non c'è bisogno nemmeno della sveglia.

 Il rito comincia da qua.

 La sciarpa, ci sarebbe quella nuova, magari quella che ha portato culo nell' ultima partita. Ma la scelta finisce sempre là, in quella che da quanto è invecchiata è diventatata grigio rossa, sembra più della Cremonese che la tua. Ma è la tua, è quella di mille km, di mille aneddoti, del profumo di fumogeni, di quello strappo avvenuto in chissà quale occasione o stadio. Inizia da qua, dalla città che ancora dorme, infreddolita e silenziosa. Non è una sciarpa ma è una corazza, è un pensiero un po' ridicolo, te ne rendi conto mentre la stai mettendo e sistemando manco fosse la cravatta del tuo matrimonio.

 Ma forse è davvero così. In questo mondo di merda, dell'apparire più che dell'essere, dell' esserci per farlo vedere anziché nel crederci, è rimasta forse solo lei a sintetizzare che invece c'è ancora qualcosa  di vero, di pazzo ma di profondamente simbolico che lega tradizione, amicizia, valori e passione. Pazzi. Siamo pazzi, o forse fortunati, chi lo sa.

Pensieri che svaniscono appena vedi gli altri. Riti. Quello del posto di ritrovo, che se vai a Vercelli o Crotone è sempre quello, il posto dentro il pulmino, chi pianifica il percorso, chi pensa alle cazzate, chi controlla se ci possono essere o meno incontri particolari. La partenza è la più bella, ti guardi e ridi, a volte basta uno sguardo per capire che è l'ennesima " cazzata ".

 Oggi dobbiamo vincere, è determinante. Sarebbe determinante anche la prima amichevole a luglio, non c'è mai una volta che non sia determinante. I giocatori, quelli che lo fanno per lavoro, quelli che per un periodo limitato di tempo hanno preso in prestito la nostra maglia sono forse i peggiori nemici, gli si chiede di giocare con la voglia, il cuore, sputare il sangue quando sappiamo più che bene che per loro non è che un lavoro. Oggi da noi e il prossimo anno magari dall' altra parte della barricata. Ci sono eccezioni, è vero, ma in 35 anni di stadio ne ricordo sulle dita di una mano.

 Quanti siamo? Le più belle sono quelle più lontane, fuori dai tag di fb, fuori dagli appelli che precedono la settimana, fuori dalla moda dell' esserci per farsi vedere. Siamo stronzi, a volte molto più rigidi con i nostri concittadini che con gli altri. Stronzi e probabilmente un po' gelosi. O semplicemente convinti che questa non sarà e non diventerà mai una moda.

 Fuori i mercanti dal tempio.

 Malati. Malati come gli altri, quelli che incontri in qualche sperduto autogrill, quelli che te li ritrovi ovunque. A volte non sai nemmeno il nome, a volte non c'è amicizia ma semplice conoscenza. Ma in questo contesto, in questa mattinata fredda e lontana sono la tua famiglia. Con la tua stessa sciarpa, un cinque, un caffè pagato, una chiacchiera, lo sguardo complice di chi sta affrontando la stessa pazzia. Ciao freghi, a dopo.

 Il dopo è l' uscita dell' autostrada, le prime avvisaglie di controlli, lo sguardo vigile mentre cerchiamo il parcheggio ospite. Il più bello è la bordata di fischi appena si mette piede dentro la curva, la più bella che ricordo è stata a Catanzaro quattro anni fa, finalmente dopo tanti campi sportivi una curva vera. Una rinascita.

 90 minuti di passione, la sfida in campo e quella negli spalti. Se loro, quelli dentro il campo, mettessero il dieci per cento dell' accanimento che ci mettiamo noi saremmo in Champions. A volte va bene, molte altre no. Dire che non cambia niente sarebbe da ipocriti, cambia tutto, cambia il viaggio di ritorno, cambia l' umore almeno almeno fino al martedì, ci vorrebbe uno psicologo ma probabilmente rinuncerebbe anche lui.  La sfida nella sfida, la chiamano loro. I loro sono quelli che ti dicono bravo perché rendi lo stadio uno spettacolo, perché percepisci e fai percepire che è l' unico posto vero di questa società sempre più virtuale. Sono gli stessi che ti additano e accusano di rovinare lo " sport " dopo aver letto un trafiletto nel quotidiano del lunedì. Sono magari glie stessi che fino qualche anno fa ti guardavano con un senso di pena perché nonostante tutto Milano o Deruta era la stessa cosa. Loro dell' avemo vinto e dell' avete perso.

Le più belle sono quelle lontane. Quelle del ritorno a notte fonda, stanchi e magari incazzati. Del saluto una volta scesi dal pulmino, di quella vocina che ti dice " ma chi te lo fa fare? ". E mentre te lo chiedi togli la sciarpa dal collo. E' sempre più della Cremonese. La guardi e sorridi, nonostante tutto.

Bentornato Grifo, bentornata Curva Nord.

     

1 avo' i commenti:

monosquadra ha detto...[rispondie]

grande daniele,
riesci sempre a tirar fuori le emozioni con le parole (anche a chi, ahimè, di trasferte adesso ne fa veramente pochine !!!)

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